EDITORIAL - November 06, 2020
Questo autunno non è così vivace ed emozionante come tutti noi avremmo SPERATO. La pandemia sta prendendo piede vigorosamente in tutto il mondo. In Italia alcune regioni sono già preda di un secondo lock-down e, nel complesso, la situazione in Europa non sembra così diversa (senza contare il fatto che l'ultimo mese in Toscana è stato il più piovoso di sempre e ora mi hanno chiuso anche la palestra!).
Soprattutto, questo annus horribilis ha raggiunto il suo apice nelle ultime settimane, con la perdita delle persone che amavo di più nella mia vita. Senza alcun dubbio, l'ultimo periodo è stato uno dei più impegnativi ed emotivamente intensi che abbia vissuto finora nei miei 33 anni di vita (permettetemi almeno questa illusione!). Per riassumere il tutto in una frase, come una volta mi è stato detto “despair and tribulation are sitting heavily upon us”.
A volte in tempi difficili è facile indulgere nel dolore e nella tristezza. Durante le crisi, siano esse personali o sociali, le persone sono vulnerabili e hanno paura. Pertanto, la risposta naturale è aumentare il senso di controllo. Concentrarsi su ciò che possiamo controllare a volte è un modo naturale per sopportare la durezza e la difficoltà delle nostre debolezze. E se non ci sentiamo in grado di effettuare un controllo, continueremo a esigerlo e a richiederlo con rabbia.
Le persone intorno a me sanno molto bene che amo vedere questi tempi duri come un'opportunità. Un’opportunità straordinaria. In effetti, si potrebbe vedere la bellezza della mancanza di controllo. La totale assenza di appigli da afferrare è qualcosa che temiamo, ma anch'essa, devo dire, ha intrinsecamente un grande fascino. Come potrei trovare nuovi percorsi, nuove esperienze se non perdo il controllo? Come potrei innamorarmi se non perdo il controllo?
Recentemente qualcuno mi ha detto che l'armatura più robusta è costruita tra le fiamme dell'inferno. Questo è vero tanto per gli esseri umani quanto per i batteri (anaerobici). La durezza e le difficoltà ci renderanno più forti, più resilienti, più capaci di affrontare qualsiasi altra avversità. Ma credo che la nostra resistenza appena acquisita non dovrebbe solo permetterci di diventare più solidi o più duri. Confido che la responsabilità principale sia integrare la nostra nuova resistenza con il dono più prezioso che tutti abbiamo ricevuto.
Mi spiego con una nuova nota personale. Mi considero un vero uomo fortunato. Il motivo è che sono stato circondato dall'amore; amore incondizionato, generoso e forte. Fino al punto che mi chiedo spesso come abbia potuto avere così tanto amore intorno a me. E sì, è davvero l'amore che tutti abbiamo ricevuto, la solida resistenza in cui possiamo costruire le basi della nuova vita che deve venire.
Quando senti che il controllo è stato perso, concentrati intensamente sull'amore che hai ricevuto, su quello che hai dato. Concentrati sul potenziale di ciò che potresti dare all'intera comunità umana intorno a te. Concentrati sul fatto che dobbiamo amare la vita che scegliamo per noi e se il controllo è presente, o meno, diventa irrilevante. Ed è proprio questo amore che mi dà una consapevolezza incorruttibile: il sole può essere offuscato, può essere oscurato ma non può essere sconfitto. Infatti, il Sole è sempre presente.
Forse vi ricordate cosa voleva dire viaggiare in aereo, una delle cose che più mi manca dei bei vecchi tempi (non tanto volare, ma atterrare in posti nuovi...). Subito dopo ogni decollo, anche con la peggiore tempesta possibile e uno spesso strato di nuvole, dopo pochi minuti, un bellissimo e glorioso sole riaffiora in tutta la sua gloria e grande splendore.
Questa è la sensazione che provo guardando questo numero dell'Herald: un puro atto di amore. Quello che stiamo facendo è prepararci per il momento in cui torneremo a risplendere. Stiamo solo incubando il nostro ritorno. Arriveranno i giorni in cui ci incontreremo, respireremo e ci baceremo di nuovo. Apprezzeremo la vicinanza e assaporeremo l'umanità. E il sole sarà lì, come al solito.
Goditi questo numero di Periocampus Herald: In questa terza edizione la Dottoressa Martina Stefanini che ci svelerà la bellezza della chirurgia mucogengivale. Ed è ancora la chirurgia plastica parodontale quella affrontata da Mario Romandini, un giovane e brillante parodontologo che fa adesso parte del team Herald. Laura Bettini approfondirà il rapporto tra perio e infiammazione sistemica e la nostra Larisa Music metterà ulteriormente in luce un tema a me molto caro: l'importanza della destrezza manuale in parodontologia. Infine, Neshat Zolekhapur e Laureance Adriaens contribuiranno a sottolineare l'importanza che ricopre la parodontologia nella vita di una donna, come parodontologa o come paziente
Ho adorato leggere questo numero. Tutti questi contributi ci stanno mostrando un'eterna speranza per il futuro. Mostrano il loro amore per la parodontologia e per la vita. E sono veramente grato a tutti i nostri autori per aver condiviso con noi la loro grazia.
Preparatevi: la vita che amiamo tornerà. Per quanto più spesse possano essere le nuvole, c'è sempre una certezza.
Il Sole non può essere sconfitto.