Il Mercato dell'Igiene nel 2020. “Scaling” e “Polishing”- "Pulizia": sfida tra le parole nell’ambito dell’igiene dentale

Exploring Communication - February 21, 2020

 

Le parole contano davvero...

Il regno della comunicazione e del cambiamento comportamentale in odontoiatria si è evoluto fino a diventare un argomento di enorme interesse. Questo mi ha, di conseguenza, portato ad esplorare ulteriormente il potere delle parole che usiamo in odontoiatria, per comunicare con i pazienti e tra professionisti. Gli strumenti di cambiamento comportamentale possono essere molto efficaci nel supportare il cambiamento comportamentale nell’ambito delle salute orale dei pazienti e il loro impegno nel prendersi cura della propria salute orale. Nonostante questa sia un'area supportata da ampi modelli di cambiamento comportamentale basati sull'evidenza scientifica (Ramseier & Suvan, 2010), in Odontoiatria sembrano esserci prove meno supportanti riguardanti la scelta delle parole che usiamo per comunicare con i nostri pazienti.

Questo articolo esplora le prove a sostegno della terapia parodontale non chirurgica, seguite da una discussione sulla pertinenza delle parole "scaling" (detartrasi) e “polishing” (lucidatura), "pulizia" e "pulire". Queste parole sono rinomate per essere associate agli appuntamenti di igiene dentale. Alcuni clinici hanno già implementato cambiamenti nelle scelte delle parole che usano. Nonostante ciò, sembra che la maggior parte dei clinici continui a trovarsi in contesti odontoiatrici in cui "scaling" e “polishing”, "pulizia" sembrano essere alcuni dei termini più comunemente utilizzati in relazione ai trattamenti di igiene dentale.


Le prove a sostegno della scala di routine e della lucidatura per la salute parodontale negli adulti

In un recente report di Cochrane pubblicato nel dicembre del 2018, che includeva 1711 partecipanti (Lamont, Worthington, Clarkson e Beirne, 2018), l'autore ha affermato che in soggetti adulti non affetti da parodontite grave, frequentatori regolari dello studio dentistico, con “scaling” e “polishing” di routine, tale trattamento ha determinato poca o nessuna differenza sulla loro gengivite, profondità di sondaggio o qualità della vita in un follow-up di 2-3 anni. C'era anche poca o nessuna differenza nei livelli di placca in questi due anni. Nonostante una riduzione del tartaro con appuntamenti di “scaling” e “polishing” ogni 6 mesi per un periodo di 2-3 anni, l'importanza clinica di queste piccole riduzioni rimane incerta.

Da questo report Cochrane, un appuntamento di “scaling and polishing” sembrerebbe essere oggetto di dibattito e contestato, considerando che non vi è stato alcun miglioramento nella gengivite, nelle profondità di sondaggio, nella qualità della vita o nei livelli di placca.

La rimozione di placca e tartaro sopra e sottogengivale, con strumenti manuali e ultrasonici, da sola non riduce la gengivite, come dimostrato dalla ricerca di Needleman nel 2015 (Needleman, McGrath, Floyd e Biddle, 2004).

Le prove suggeriscono che i termini "scaling” e “polishing", "pulizia" dati ai trattamenti di igiene orale e l'approccio al trattamento della gengivite debbano essere messi in discussione. L'attenzione deve essere focalizzata su ciò che è più ovvio: l'igiene orale. Igienisti e terapisti dentali sono pienamente consapevoli del tempo richiesto e necessario per le istruzioni di igiene orale, insieme all'implementazione di modelli efficaci di cambiamento comportamentale e dei loro risultati.

Un altro studio si è concentrato sull’opinione dei pazienti sulla malattia parodontale, gli atteggiamenti nei confronti della salute orale e l’aspettativa verso il trattamento parodontale (Abrahamsson, Wennström e Hallberg, 2008). Lo studio era essenzialmente un modello di intervista che chiedeva ai pazienti come si sentivano circa la diagnosi prima del trattamento. Da quanto emerge nei risultati dello studio, i pazienti hanno ritenuto di avere un basso grado di controllo sul trattamento, sulle decisioni e sugli esiti del trattamento. In conclusione, è stato identificato un grado di vulnerabilità dopo la diagnosi dei pazienti, con enfasi sulla necessità e sull’importanza della comunicazione in odontoiatria.

È ampiamente riconosciuto come un programma preventivo che stimoli i pazienti ad aderire alle corrette abitudini di igiene orale sia in grado di risolvere la gengivite e prevenire la progressione della malattia parodontale (Axelsson & Lindhe, 1978).

Igienisti dentali e comunicazione

È ampiamente riconosciuto che igienisti dentali e terapisti dentali sono rinomati per le loro capacità comunicative nell'ambito della salute orale e all'interno del team odontoiatrico. Il valore del reparto di igiene dentale non può essere sottovalutato, dato il ruolo cruciale svolto nel far sì che i pazienti si preoccupino della propria salute orale. Nonostante ciò, nella comunicazione continuano ad esserci aree relative al miglioramento della salute orale che possono essere implementate. L'implementazione di modelli di cambiamento comportamentali basati sull'evidenza  scientifica ha sicuramente successo.

Sfidare le parole usate per l'igiene orale

Il potenziale impegno a favore della salute orale sarà indubbiamente influenzato da una comunicazione subottimale e dalle parole che possono veramente comunicare le intenzioni dei risultati che desideriamo ottenere.

Se la professione odontoiatrica e il team odontoiatrico dovessero cambiare universalmente le parole "scaling”, “polishing" e "pulizia" per usare altre parole più pertinenti al trattamento di igiene orale, è probabile che ciò abbia un diverso impatto sulla percezione e sulle aspettative dei pazienti nei confronti dell’appuntamento? Potremmo accettare che le parole "scaling" e "polishing" siano attualmente utilizzate in modo improprio.

clinical pictures courtesy of Prof. Filippo Graziani 1

clinical pictures courtesy of Prof. Filippo Graziani

I pazienti che richiedono il “polishing” troppo spesso lo percepiscono come un trattamento estetico. Questo, però, non è l’obiettivo del trattamento, noi stiamo trattando una patologia.
(fotografie cliniche concesse dal Professor Graziani)

Che cosa significano veramente “scaling”, "polishing”  o "pulizia" per i pazienti?

La scelta delle parole è di fondamentale importanza se vogliamo trasmettere un messaggio chiaro ai pazienti.

Le parole sono un vero riflesso del significato dell'appuntamento? Se nel team dentale fossero adottate altre parole per descrivere lo scopo del trattamento, potrebbero esserne influenzati gli esiti a lungo termine del trattamento? I pazienti sarebbero più a loro agio e accetterebbero di parlare attivamente di igiene orale durante un appuntamento? Se i pazienti venissero preparati opportunamente da tutti i membri del team odontoiatrico e non fosse più detto loro che devono effettuare uno “scaling” e “polishing” o “pulizia”, in che modo i risultati del trattamento potrebbero essere diversi?

Quello che diciamo, e come lo diciamo, è significativo nel comunicare per avere la comprensione da parte dei pazienti riguardo al  significato della malattia parodontale.

Parlando con alcuni colleghi abilitati in media da più di 10 anni, dalle pubblicazioni sui social media, è stato inviato il seguente  feedback. Ho ricevuto una grande varietà di risposte, tutte d'accordo sul fatto che “scaling”, “polishing”e “pulizia” non supportano i risultati di un trattamento ben riuscito, a causa delle varie sfide che queste parole comportano, e che potenzialmente hanno un impatto negativo sui nostri ruoli e sul nostro trattamento.

Di seguito sono riportati solo alcune delle conseguenze menzionate nelle risposte ricevute:

  • I pazienti che guardano l'orologio, volendo ricevere lo “scaling” e “polishing” completi, poiché è quello che hanno prenotato.
  • Dare la priorità al “polishing” rispetto alla salute delle proprie gengive.
  • Insoddisfatti se non ottengono ciò che considerano lo “scaling” e “polishing”.
  • Tutto ciò rende il ruolo dell’igienista dentale più complicato, perché i pazienti si aspettano uno “scaling” e “polishing” durante quel singolo appuntamento.
  • Il “polishing” di rado non viene menzionato e rende tutto più difficile quando non viene eseguito.
  • I pazienti che richiedono il “polishing” troppo spesso lo percepiscono come un trattamento estetico. Questo, però, non è l’obiettivo del trattamento, noi stiamo trattando una patologia.
  • “Sono qui solo per una pulizia”,  sottovalutando la complessità e il valore del nostro ruolo.
  • Le campagne sui social media a loro volta non aiutano. Pubblicità di prodotti come il dentifricio al carbone suggeriscono richieste di una “pulizia” rapida e risultati immediati e danno l'impressione che non ci sia nient’altro.

Nonostante il feedback ricevuto su queste parole, alcuni igienisti e terapisti dentali usano già altre parole per descrivere i loro trattamenti di igiene orale

Il cambiamento continuerà ad avvenire mentre perfezioniamo le nostre competenze per migliorare continuamente.

BASANDOCI SUL CONTENUTO DI QUESTO ARTICOLO FINORA, DI SEGUITO SONO SUGGERITE ALCUNE OPZIONI DI NUOVE PAROLE DA USARE:

  • Appuntamento incentrato sulla salute orale
  • Appuntamento per la salute orale
  • Cure su misura per la salute orale

Questi sono semplici suggerimenti aperti al dibattito, ma cambiando le parole cambia il significato dell'appuntamento. Se tutti i membri del team comunicano la nuova scelta di parole, è probabile che nel tempo sia possibile modificare la percezione e le aspettative dei pazienti riguardo all'appuntamento.

Infine, gli igienisti non avvertiranno più la pressione di dover eseguire uno “scaling” e “polishing”, dal momento che il trattamento appropriato richiesto per quel paziente diventa il punto focale, non più dettato dal nome dell'appuntamento.

Ai fini di questo articolo e sulla riflessione della revisione Cochrane citata, i risultati non giustificavano uno “scaling” e”polishing”. Questi potrebbero probabilmente essere motivi sufficientemente forti per supportare l'implementazione di nuove parole per descrivere un appuntamento in materia di igiene e ciò che viene effettuato nell'ambito di tale appuntamento.

Le prove supportano potenzialmente una revisione, per il bene del paziente, dell’appuntamento incentrato sull'igiene orale, specialmente quando una revisione Cochrane comprendente 1711 pazienti non supporta uno “scaling” e “polishing”. È anche importante considerare come, nello studio citato in precendenza,  i pazienti abbiano percepito di avere un basso grado di controllo sulle decisioni e sugli esiti del trattamento. Se i pazienti si rendessero conto di avere un livello di controllo più elevato se si prendono cura della propria igiene orale, i loro atteggiamenti potrebbero cambiare.

Come per ogni percorso professionale, mentre evolve, è nostra responsabilità imparare ciò che può favorire la professione. È importante non sottovalutare mai il valore degli strumenti che utilizziamo.


Conclusioni

Dall'esplorazione delle prove a sostegno dello “scaling” e “polishing”, è necessario intraprendere ulteriori azioni per modificare le modalità di trattamento. Dagli articoli scientifici citati dal presente articolo, sembra essere arrivato il momento giusto per introdurre i termini necessari per comunicare accuratamente con i trattamenti. Questi termini devono essere adottati da tutto il team per aumentare con successo la percezione e l'aspettativa dei pazienti rispetto al trattamento di igiene orale.

Il perfezionamento della scelta delle parole utilizzate potrebbe essere ulteriormente esplorato e articoli sulla psicologia delle parole scelte nell'ambito della medicina e dell'odontoiatria dovrebbero essere approfonditi ulteriormente. Vi sono importanti argomenti di ricerca che potrebbero essere potenzialmente condotti su questo argomento.

Così come cambiano la scienza e la tecnologia, allo stesso modo dovrebbe cambiare il modo in cui educhiamo e motiviamo i nostri pazienti attraverso la parola.

 


Letteratura e letture consigliate:

Abrahamsson, K. H., Wennström, J. L., & Hallberg, U. (2008). Patients’ views on periodontal disease; attitudes to oral health and expectancy of periodontal treatment: a qualitative interview study. Oral Health & Preventive Dentistry, 6(3), 209–216. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19119575

Axelsson, P., & Lindhe, J. (1978). Effect of controlled oral hygiene procedures on caries and periodontal disease in adults. Journal of Clinical Periodontology, 5(2), 133–151. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/275282

Lamont, T., Worthington, H. V., Clarkson, J. E., & Beirne, P. V. (2018). Routine scale and polish for periodontal health in adults. Cochrane Database of Systematic Reviews, 2018(12). https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24197669

Needleman, I., McGrath, C., Floyd, P., & Biddle, A. (2004). Impact of oral health on the life quality of periodontal patients. Journal of Clinical Periodontology, 31(6), 454–457. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15142215

Ramseier, C. A., & Suvan, J. E. (Eds.). (2010). Health Behavior Change in the Dental Practice. Ames, Iowa USA: Blackwell Publishing, Inc. https://onlinelibrary.wiley.com/doi/book/10.1002/9781118786802