Gravidanza, igiene orale e prevenzione: collaborare per sensibilizzare

Did you know that...? - November 05, 2020

 

Dalle prime settimane dopo il concepimento la donna sa con certezza di doversi interfacciare con il medico di base per la prescrizione degli esami preliminari, e successivamente con il medico ginecologo o l’ostetrica per essere seguita durante il percorso di gravidanza e puerperio. Le prime figure dell’odontoiatra e dell’igienista dentale non sono solitamente prese in considerazione. Troppi timori, pochissima informazione e la mancanza di una salda rete interdisciplinare, sono la causa di tutto ciò.

Cominciamo dalle basi…

Se pensiamo alla gravidanza, ci rendiamo conto di quanto sia un evento straordinario ed affascinante, che rivoluziona il corpo e la fisiologia della donna. 40 settimane di nuove sensazioni: nausea e vomito, sentire i movimenti del feto, gambe gonfie, spesso anemia, a volte il diabete gestazionale, preeclampsia. Detto questo, se consideriamo i dubbi e le domande delle donne sul periodo di gestazione e post-partum, nessuna domanda viene sollevata sulla salute orale della gestante o del nascituro, anzi a volte, le donne tendono a non dichiarare nemmeno il loro stato interessante, quando si presentano alla seduta di igiene orale professionale. Questo rafforza ancor di più il pensiero che la bocca, ancora una volta, venga vista come qualcosa di completamente dissociata dal resto del corpo e che ci sia poca sensibilizzazione in materia.

Periodontitis & pregnancy

Ragioniamo analizzando i sintomi e le condizioni orali della madre

Uno dei primi sintomi, che compare tra la 5° ed 8° settimana, è la nausea ed il vomito, spesso scatenata dalla elevata sensibilità agli odori o sapori, così come il reflusso gastroesofageo.

“L’estrogeno ed il progesterone provocano un rilassamento della muscolatura dei visceri e dello sfintere, che in condizione fisiologiche impedisce la risalita di materiale acido dallo stomaco”

Verso la 18° - 20° settimana si comincia ad attenuare questo disturbo. Tuttavia, tra le donne che sperimentano questa condizione nel primo trimestre, statisticamente il 15-20% continua a soffrirne fino al terzo trimestre, ed il 5% di queste dovrà conviverci fino al parto. Naturalmente questa parentesi espone la donna al rischio di demineralizzazione, erosioni dei tessuti duri dei denti, aumentato rischio di carie.

Un’altra condizione che colpisce dal 30% al 100% delle donne incinta è la gengivite gravidica, dovuta sempre alle modificazioni ormonali, vascolari ed immunitarie. Di fatti, come viene riportato anche dal Ministero della Salute, i tessuti gengivali spesso manifestano una risposta immunitaria esagerata nei confronti dei batteri patogeni del biofilm orale, per cui è frequente l’insorgenza o l’aggravamento di patologie parodontali come gengivite, parodontite (nel 5-20% delle donne) ed epulidi (fino al 10% dei casi).

“I sintomi e i segni di patologie parodontali possono comparire inizialmente nel secondo mese di gestazione e raggiungere  la massima gravità circa un mese prima del parto; dopo il parto si riducono solitamente fino alla remissione in alcune settimane”

In questo caso, i fattori da tenere in considerazione sono: 1) modificazione della composizione del biofilm sottogengivale, a favore di quelli parodontopatogeni anaerobi, associata ai livelli circolanti di estrogeno e progesterone; 2) modificazione della risposta immunitaria locale con aumentata suscettibilità all’infiammazione gengivale; 3) effetti pro-infiammatori ormonali a livello gengivale.

Un vecchio detto citava: “Ogni figlio, un dente”. Bisogna lavorare, abbattendo gli ostacoli e le vecchie credenze. Una prima consulenza entro il primo trimestre giocherebbe un ruolo fondamentale nella sensibilizzazione della donna a non sottovalutare i cambiamenti fisiologici e le sue conseguenze a livello orale. Basterebbe una accurata igiene orale, piccoli accorgimenti per la remineralizzazione dello smalto, piuttosto che banali sciacqui con una soluzione di acqua e bicarbonato (1 cucchiaino di bicarbonato in 1 bicchiere di acqua) per aiutare l’effetto tampone dopo eventi di nausea e vomito, nonché controlli periodici, per tenere monitorata la situazione orale ed agire su una linea preventiva.

“Il Fusobacterium nucleatum proveniente dal biofilm sottogengivale della madre è in grado di attraversando la placenta,  raggiungendo il feto e provocando un evento infiammatorio acuto in grado di portare alla morte endouterina del feto stesso”

Secondo il “Rapporto CeDAP”, a livello nazionale, escludendo i valori non indicati o errati, la percentuale dei parti pretermine è pari al 7%. Infatti gli studi scientifici non escludono l’associazione tra la presenza e la gravità di infezioni gengivali ed il parto prematuro, il ritardo di crescita del feto, l’abortività spontanea o la trasmissione verticale di Streptococcus mutans (Sm) da madre/caregiver al figlio. A proposito di quest’ultimo punto sappiamo che nel 24-100% dei casi, i genotipi di Sm nei bambini appaiono uguali a quelli presenti nelle madri. Questo significa che la flora batterica orale del bambino può essere fortemente influenzato e che la trasmissione verticale ed il rischio di insorgenza precoce di carie nella prima infanzia (ECC), può essere prevenuta. Le ripercussioni di questa condizione portano ad un ritardo nelle cure odontoiatriche, interventi spesso in narcosi o sedazione, con conseguente aumento dei costi economici, traumi e sviluppo di odontofobia, nonché un alto rischio di recidiva di lesioni cariose. 

Quale ruolo rappresentiamo noi come Igienisti Dentali e Odontoiatri?

Durante la gravidanza, la donna è fortemente predisposta a cambiare le proprie abitudini per salvaguardare la salute del proprio figlio. Questo è il punto su cui far leva per sensibilizzare le future mamme. Si parte da una prima consulenza entro il primo trimestre per: 1) informare la futura madre sull’importanza della sua salute orale in tutto il percorso della gravidanza; 2) dare consigli alimentari e sulla corretta igiene orale domiciliare ed i metodi di remineralizzazione dello smalto, come ad esempio il collutorio e l’introduzione di mousse remineralizzanti; 3) nelle pazienti parodontali impostare periodi di richiamo all’inizio di ogni trimestre; 4) cominciare a dare informazioni ed istruzioni sull’igiene orale del nascituro e sulla gestione della trasmissione verticale di Sm, nonché chiarire il fondamentale ruolo del fluoro ad applicazione topica (tramite il dentifricio – 1000ppm), fin dall’eruzione dei primi denti a partire da 6 mesi di vita, per prevenire il rischio di ECC.

Personalmente, anche quando un paziente mi riferisce che sua moglie, figlia o nuora è incinta, dispenso pochi e semplici consigli, in modo da sensibilizzare chi ho davanti e che faccia da passaparola.  Solitamente do 3 regole di base: 1) è vivamente consigliato che la donna in stato di gravidanza, faccia una consulenza dall’Odontoiatra o dall’Igienista Dentale per prevenire eventuali rischi per se stessa ed il feto, e che durante la gravidanza dia estrema importanza alla sua igiene orale domiciliare; 2) fin dalla nascita, pulire la bocca del neonato, anche con una semplice garzina bagnata con l’acqua e dall’eruzione dei primi denti da latte passare a uno spazzolino piccolo con una rice-size di dentifricio; 3) evitare il più possibile scambi di saliva (per es. baci sulla bocca, usare lo stesso cucchiaio, ciucciare il succhietto prima di darlo al bambino). 

Dal punto di vista operativo, gli studi scientifici evidenziano che il trattamento parodontale di routine o l’igiene orale professionale durante la gravidanza non hanno effetti avversi. Quindi sono operazioni che possono essere eseguite senza alcun timore da parte dell’operatore. Il periodo più sicuro per eseguire le procedure terapeutiche odontoiatriche è dalla 14° alla 20° settimana, quando l’organogenesi è completa. Dalla 20° settimana mantenere una posizione semi-seduta per evitare di creare pressioni sulla vena cava inferiore e le vene pelviche.

Inoltre prima di tutto questo, ritengo sia necessario cominciare a creare una salda rete di connessione con gli altri operatori medico-sanitari con cui vengono a contatto le mamme: medici di base, medici ginecologici, ostetriche e pediatri, allo scopo di innescare un circolo virtuoso di collaborazione per promuovere la salute orale ed il nostro ruolo nell’epoca della gestazione e durante la fase perinatale.

 


Letteratura e letture consigliate

Certificato di assistenza al parto (CeDAP) http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2881_allegato.pdf

“Nausea in gravidanza: perché avviene?” https://www.uppa.it/nascere/gravidanza/nausea-in-gravidanza/

Raccomandazioni per la promozione della salute orale in età perinatale (2014) http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2317_allegato.pdf